TZ -TONY ZANARDI BIO E CRITICA
CLAUDIO STRINATI, breve essay
Tony Zanardi è veneto e il suo amore per Venezia, ancorchè sia nato a Padova, è testimoniato da numerose opere che è venuto realizzando nel corso del tempo. Ma tale amore non ha alcun carattere chiuso e provinciale, anzi è corroborato proprio dalla sua esperienza più vera che è tutta orientata in senso internazionale. Zanardi, infatti, non è tanto legato a un luogo, in quanto pittore, ma a una percezione. E tale percezione può essere rintracciata dal maestro in luoghi anche lontanissimi tra loro a condizione che siano unificati da una analogia che è squisitamente stilistica e che egli versa a piene mani nella sua arte. Oggi Zanardi vive in Russia in una località di elezione che corrisponde magnificamente a un suo ideale di vita e di arte insieme.
Ma non è la Russia in sé a determinare i suoi orientamenti artistici come non lo fu a suo tempo la Repubblica Dominicana dove ha trascorso un periodo importante della sua vita. E in tal senso è legittimo dire che questo vale anche per la sua Venezia. Non che i luoghi prescelti dall’artista per trascorrervi momenti anche molto lunghi della sua esistenza non siano stati, o non siano, per lui amatissimi e determinanti per la creazione, ma la creazione non avviene mai come un ricalco del luogo. Si pone in realtà distante da qualunque riferimento immediato e diretto a una realtà troppo concreta, ma si trova piuttosto in un luogo della fantasia che non è da nessuna parte ma è dentro l’ animo ispirato del pittore. Ma la verità più profonda è che il maestro Zanardi concepisce la pittura come una operazione di scoperta delle analogie, scoperta che trasferisce poi sulla tela con una inesauribile volontà di creare, riuscendo a avvicinare cose e visioni che altrimenti non troverebbero un punto unificante.
Adesso il maestro presenta una sequenza di opera che ruotano intorno a pochi temi e argomenti fondamentali. Una fonte magnifica da cui trarre spunti e immagini gli viene dai Balletti Russi. Da questa realtà, che è già figurativa in sé, il pittore trae personaggi e momenti cruciali che vanno dalla fine dello spettacolo quando gli artisti escono a ringraziare il pubblico, allo spettacolo vero e proprio con le complesse figure della danza classica e con le spericolate esibizioni dei sommi virtuosi ( Zanardi apprezza molto la figura del “divo” dello spettacolo, che ha studiato a lungo sui grandi attori del cinema americano, per trasferirla poi in altri ambiti). E’ un mondo rutilante e elegantissimo nelle sue movenze su cui il maestro cala quel suo senso cromatico e compositivo peculiare con il quale ha affrontato situazioni totalmente diverse. Il colore di Zanardi è forte e compatto. Crea le forme e le disgrega nello stesso tempo.
Da discendente della grande tradizione veneziana, Zanardi pensa il colore come se fosse costituito da tante “tessere” musive oggi trasformate nel gusto rutilante di chi, come lui, ha assistito all’ apoteosi della Pop americana. Sono tasselli di colore che costruiscono e decostruiscono le forme, dando a chi osserva l’ impressione di una potente messa a fuoco delle immagini allontanate però dall’ immediatezza della loro presenza e proiettate in un universo fiabesco e remoto che arriva a renderle quasi irriconoscibili a meno che la nostra attenzione non vi si appunti con la massima cura. E allora le immagini delle ballerine e dei danzatori diventano di una evidenza eccezionale e assumono le sembianze di una autentica gioia degli occhi che ritroviamo identica nella rappresentazione che il maestro fa di Venezia, dei suoi tramonti, delle cupole, dei ponti, delle piazzette invase dall’ acqua alta, il tutto modellato con la stessa sostanza cromatica che ci permette di confrontare la visione di una Villa veneta sul fiume a quella di una ballerina che si inginocchia davanti al pubblico circonfusa di luce sfavillante. Sono folgorazioni visive, attimi che restano definiti dalla morbida potenza del colore, intimi sentimenti che si coagulano nel vortice di un flusso ininterrotto di segni efficaci e pregnanti.
Zanardi, parlando di se stesso, ricorda l’ immagine evocativa del sogno, mobile e irrequieto, che l’artista fissa nella immobilità del quadro pur mantenendovi quel carattere di indefinibile e impreciso che è connaturato con l’ essenza stessa della visione della mente.
Qui è possibile farsi una chiara idea di che cosa voglia significare la pittura per un artista come Zanardi, lucido e estatico sognatore, impeccabile maestro dotato di una forma evidente e nello stesso tempo trascolorante nella felicità di riappropriarsi dell’ attimo che altrimenti svanirebbe nel nulla, se non fosse l’ artista a ricrearlo nell’ armonia della forma pittorica.
Claudio Strinati

TZ (Tony Zanardi)
Antonio “Tony” Zanardi nasce a Padova, da una famiglia di origini Veneziane. Fin da ragazzo si dedica con passione al disegno e alla pittura, i media di espressione artistica che piu' si addicono alla grande voglia di esplorare e comunicare al mondo i suoi piu' intimi stati d'animo.
"Enfant terrible" per vocazione, fan di Jimmy Dean e Marlon Brando, Tony passa gli anni spensierati dell'adolescenza da vero "rebel without a cause" tra liceo , blue jeans, corse pazze sulla sua Harley Davidson e rocamboleschi parties sul Canal Grande.
Antonio s'inserisce presto nel mondo lavoro e, con il padre Luigi e i fratelli Giorgio e Rodolfo, da' vita a "Legatoria Zanardi" che si trasformera' piu' tardi in "Zanardi Editoriale" un gruppo d'aziende all'avanguardia in Europa e il resto del mondo, nel settore grafico/editoriale.
Nel 1997 decide di dare una drastica svolta alla propria vita per dedicarsi interamente alla sua grande passione, la pittura. Inizia allora a girare il mondo in cerca di ispirazioni ed idee ma e’ grazie ai colori e luce accecanti della penisola di Samanà (Repubblica Domenicana) e alla quiete dei boschi della Tverskaia Oblast (Russia), che Tony riprende a dipingere freneticamente, con bruciante passione, traducendo emozioni in immagini per condividerle con il mondo.
TZ si cimenta molto anche nel design di interni, componenti d'arredo e tessuti. Uno desi suoi piu’ onerosi e gratificanti progetti nel 2103, e’ stato il disegno, disposizione e l'arredo del grande roseto “Rosa Rayok”; il giardino di rose, di oltre 4000 mq, fa parte del parco del complesso monumentale di Rayok, Russia, del quale Tony è Art Director.
Dal 2014 in poi l’artista passa dal figurativo all'informale e all’astrattismo geometrico. La ricerca di Tony nel campo dell'astrazione, si concentra su strutture di variabile geometria, pur non venendo meno l'attenzione al colore, alla luce e al movimento. Con i suoi quadri/sculture Tony aspira all'integrazione delle arti, all'archittetura, al design e all'arredamento e ciò giustifica la presenza di tecnica miste, dall’utilizzo di colori acrilici su tela integrati da punti luce (sfere in vetro), alle lastre di plexigass meticolosamente intagliate a mano.
Le opere di TZ sono una verifica dell'astrazione in diverse direzioni, un’ attenta analisi di rapporti spaziali, della fisiologia del colore e dell’interazione fra luce ed oggetti.
CLAUDIO ANGELINI
Venezia e New York sono due citta difficili da conciliare. Ci e riuscito pero Lucio Fontana con opere di rame che creano riflessi vividi come effetti speciali. E ci riesce, con la sua tecnica visiva fatta di tocchi morbidi e divagazioni impressionistiche, Tony Zanardi che si presenta al grande pubblico dopo un lavoro silenzioso svolto nel foyer della sua vita.
Questo artista ha l`abilita di circondare i suoi soggetti con una cortina protettiva che e` la sensualita. Sensuali i suoi nudi femminili, ma anche le citta appaiono languide, teneramente discinte, fragili come dopo un rapporto. E l`acqua alta di Venezia, quella del fiume Volga e i cieli mobili dell`Empire State Building si somigliano. Tutte le nature, i paesaggi, sono corpi visitati e sfiorati in un sogno di tremolii che accende il desiderio. Forse l`opera piu` significativa della mostra e proprio quella intitolata “Pensiero”, dove si assiste a una metamorfosi inversa. Una meravigliosa fanciulla sembra quasi diventare una citta o meglio il suo simbolo, la Statua della liberta.
Appassionato di New York, innamorato di Venezia, affascinato dalla Russia, Zanardi e un viaggiatore che vuole essere rapito dai suoi soggetti e ci rapisce per le figure magiche che ci consegna. Figure da visitare e su cui meditare, sognando.
Claudio Angelini
ALESSANDRA RONZONI
«Vorrei con i miei quadri catturare l’emozione degli attimi che costantemente viviamo e poi inesorabilmente fuggono, per fissarli per sempre sulla tela».
Con queste parole Tony Zanardi descrive la sua pittura. Una pittura che non obbedisce a regole e a canoni stilistici, che fa suoi i modi impressionisti, la pennellata fugace che vuole catturare una realta fatta di momenti, solo in quanto mezzo spurio per arrivare a cogliere l’istante irripetibile, l’hic et nunc.
Ma e poi attraverso il colore, di matrice espressionista, sempre significante e mai casuale, che Tony comunica le emozioni vissute, suscitandone delle nuove nel suo spettatore. I paesaggi di Tony Zanardi hanno sempre colori amplificati, innaturali, le sue donne sono sempre contrassegnate da un particolare colore: talvolta blu, talvolta giallo, arancione o rosso.
La memoria di Tony e a colori, e fatta di colori, e questo testimonia che e’ viva, vibrante; e cosi l’artista vuole che rimanga.
Nelle vedute paesaggistiche gli immobili scorci da cartolina vengono contrapposti a colori forti e stranianti: e la volonta di fermare un’immagine per trasformarla in ricordo, ma un ricordo totalmente travolto dalle emozioni del momento, di usare un’immagine conosciuta, vista mille volte (le chiese le calli di Venezia), per arrivare a parlare invece di se, della propria interiorita. Attraverso immagini familiari, attraverso una strada apparentemente nota, comune, Tony Zanardi porta lo spettatore a scoprire l’anima dell’artista.
I ritratti non sono quasi mai riconoscibili, i volti sono spesso coperti o evanescenti, i dettagli eliminati. Perche, ancora, l’intento dell’artista non e tanto quello di ritrarre una persona, ma piuttosto una sensazione che quella persona ha suscitato in lui: e un omaggio ad un sentimento, non ad un volto. Ed infatti i ritratti delle persone realmente conosciute dall’artista vengono affiancati a quelli di simboli immortali di sensualita, come la Danae di Klimt che Zanardi rivisita in un suo quadro. “Rimango ipnotizzato dagli occhi di una donna innamorata, dalle sinuosita del suo corpo nudo, che mi fa pensare a Nammu, la Gran Dea generatrice dell’universo, il Soma o l’Eterno Femminino, senza cui nulla potrebbe esistere” , dice infatti l’artista stesso.
I quadri di Tony Zanardi ci parlano quindi della dialettica dell’istante, della necessita di strappare un attimo di vita trascorsa, e la sensazione che lo accompagna, dal flusso incessante e irreversibile del tempo: di bloccare l’attimo, ma senza congelarlo. E un conflitto che si esprime in ogni quadro, coinvolgendo chi lo guarda.
La sua pittura e chiaramente il frutto di un uomo, che ha assaporato i piaceri della vita ed ora e pronto a farsi guardare dentro e, soprattutto a guardarsi dentro, a far emergere le proprie sensazioni per poterle salvare, per sempre. Non con le parole, che difficilmente sarebbero adeguate, ma attraverso i suoi quadri, i suoi colori.
Alessandra Ronzoni
NICOLETTE RAMIREZ
L’arte di Tony Zanardi appare all’osservatore come una visione, la materializzazione di un sogno. Artista all’apice del suo mestiere, Tony riesce in maniera forte, quasi ipnotica a “trasferire” i suoi sogni dall’occhio della mente al pennello fino ad arrivare agli occhi dell’osservatore.
Attraverso la pittura, vuole far dono dei suoi sogni al mondo. I toni aspri e colori acidi dei suoi quadri attraggono e respingono l’osservatore allo stesso tempo. E questa dinamica dei sensi che da profondita e dimensioni ai suoi quadri e che rende estremamente accattivante e dinamica l’esperienza visiva di chiunque li osservi. Anche se le immagini ritratte sono in qualche modo familiari, come ad esempio “La Laguna di Venezia”, 2007, o “Empire State Building”, 2007, Tony riesce a trasmettere emozioni inaspettate grazie all’uso di colori accesi e all’effetto “melting”. La citta di Venezia, bellissima e tragicamente destinata ad essere inghitottita dal mare, e anche il soggetto di “Acqua Alta”, 2007, acrilico e olio, in cui il fenomeno del livello del mare che cresce inesorabilmente, e reso con poesia e forza.
L’amore che lega l’artista alla citta di Venezia e evidente anche nei suoi quadri piu recenti. Ma c’e anche un’altra tematica che affiora nei suoi ultimi lavori: quella dell’asse Europa-America. Tony e cresciuto in Italia negli anni ’50, quando gli Stati Uniti parlavano al mondo del “Sogno Americano”, cioe liberta, successo, gioventu, trasgressione. Queste qualita prendono vita e sprizzano dalle tele dell’artista, grazie alle sue pennellate istintivamente emozionali, nei ritratti delle icone del tempo come Marlon Brando, James Dean, John Lennon and Yoko Ono.
Il titolo della mostra “Visitations” suggerisce un’esperienza spirituale che va ben aldila dei confini del mondo reale. Sia nel dipingere la vita di tutti i giorni come un sogno o l’evocazione di icone del passato che viaggiano fino a noi nel futuro, Tony Zanardi da la possibilita all’osservatore di vivere sogno e realta fusi in una nuova esperienza visiva che ci trasporta dal secolare nel regno dell’infinito.
Nicolette Ramirez